I misteri dell'occulto: libri maledetti e proibiti.
Codex gigas (alias "La Bibbia del diavolo").
L'autore sarebbe il monaco benedettino, “Ermanno il recluso”, chiamato così in seguito alla rottura dei voti monastici. Ermanno minacciato di essere murato vivo, nel disperato tentativo di salvarsi promise di produrre in una notte un'opera che avrebbe portato grande gloria al monastero. Subito dopo capì che non avrebbe potuto farlo con le sue forze, chiese aiuto al diavolo. Il risultato fu un manoscritto alto 90 cm e dal peso di oltre 75 kg, composto da 320 pagine in pelle di asino (furono necessari 160 asini), con custodia di legno ricoperta in pelle e ornata in metallo. E' il più grande manoscritto medievale conosciuto. A pagina 290 viene raffigurato il diavolo. Contiene la Bibbia, due opere di Giuseppe Flavio, una storia della Boemia, un'opera di Isidoro di Siviglia, diverse formule degli incantesimi. La scrittura è regolare per tutta l'opera e non ci sono errori. Otto pagine sono state strappate (dunque ora sono 312). La straordinaria perfezione della grafia suscita stupore.
I manoscritti alchemici della biblioteca di Alessandria
Già all’epoca di Giulio Cesare, la biblioteca di Alessandria aveva la fama di contenere librisegreti in grado di conferire una potenza illimitata Infatti, fu proprio Cesare a far bruciare alcuni testi e a sottrarne altri.
La biblioteca fu colpita anche dall'imperatrice Zenobia e da Diocleziano (che fece bruciare dei testi alchemici egiziani) e infine distrutta del tutto dagli Arabi nel 646.
Anche Voyager ha parlato durante un servizio di un "sapere talmente scomodo" che si preferì distruggerlo.
Hossain Taha, della nuova biblioteca di Alessandria, dice che, però, due manoscritti su trasformazioni alchemiche sono sopravvissuti in trascrizioni arabe. Dice che Jabir (Geber) Ibn Hayyan trasformò l'alchimia in chimica.
Uno di coloro che li hanno letti è Nostradamus e che con quelle lettura ha potuto viaggiare nel tempo (ndr: ovvero fare le sue profezie?). Dice che Nostradamus asserì di averli bruciati dopo averli letti.
Il manoscritto Voynich

Necronomicon
Il Necronomicon è considerato il più potente libro di magia nera "che sia mai esistito", libro di cui tutti parlano ma che nessuno a mai visto. Fu scritto dallo stregone yemenita “pazzo” Abdul Alhazred nel 730 d.c. circa quando questo si trovava a Damasco. Si dice che alcune copie di questo libro siano scritte con il sangue e rilegate con la pelle di esseri umani uccisi nel corso di riti sacrificali. Poco dopo la sua stesura, Alhazred stava passeggiando per le vie di Damasco quando una folla testimoniò di averlo visto “afferrato” da una forza invisibile e tremenda che lo avrebbe letteralmente fatto a pezzi, urlante. Il Necronomicon, secondo Lovecraft è solo un espediente letterario creato da lui stesso per dare verosimiglianza ai propri racconti. Negli anni '70 Colin Wilson, senza alcuna prova, sostiene che Lovecraft mentiva quando affermava che il Necronomicon non esiste, per coprire le responsabilità del padre, affiliato alla massoneria egiziana fondata da Cagliostro e possessore di una copia del Necronomicon.
Le stanze di Dzyan
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I libri maledetti della biblioteca Casanatense
Presso la biblioteca Casanatense di Roma, i libri maledetti conservati sono contrassegnati da croci, da una a tre. Come esempi vengono mostrati il Leviatano di Hobbes e un'opera di Filippo Melantone, entrambi con una croce. Le tre croci sarebbero il massimo della pericolosità. Ma Giacobbo aggiunge con grande enfasi che durante il loro servizio sono saltati fuori due volumetti con addirittura cinque croci: sono una raccolta di opere di Julien Offray de la Mettrie, che include il famoso L'homme machine, in cui l'uomo viene paragonato a una macchina e viene negata l'immortalità dell'anima.
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