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martedì 29 luglio 2014
Lacrime sulla statua di San Francesco a Cosenza!

Lacrime sulla statua di San Francesco a Cosenza!


Piange la statua di San Francesco a Cosenza. E' ciò che sembra dalle immagini pubblicate da newsdicalabria.com.

Nelle immagini, pubblicate dal sito internet si vedono nitidamente le gocce rigare il volto della statua. Secondo testimoni, il fenomeno del presunto pianto sarebbe iniziato da qualche ora e ha già attirato un pellegrinaggio di fedeli.

In centinaia sono accorsi nella piazzetta dove si trova la statua e sono già stati avviati gli accertamenti del caso, si sta già muovendo la Curia guidata da monsignor Salvatore Nunnari. In attesa di conoscere il parere degli ecclesiastici, il flusso di persone in preghiera non fa che aumentare.

Fanno un giro in canoa e trovano un tesoro

Fanno un giro in canoa e trovano un tesoro


Avventure da Indiana Jones per due canoisti di Villafranca d'Asti che durante il loro viaggio in canoa trovano per caso nel fondo di un fiume un tesoro d'argento. Bicchieri, tazze, piatti, vassoi e altri pezzi chiusi in un sacco lasciato sul fondo del Triversa, uno degli affluenti del Tanaro.

Marco Magrini e Andrea Nosenzo, studenti appena diciottenni e freschi di diploma, volevano raggiungere Venezia in canoa prima di fare la sensazionale scoperta. 

Secondo l'ipotesi più accreditata tra gli abitanti della zona, quell'argento dovrebbe essere in realtà il "tesoro del diavolo", la refurtiva di una setta religiosa che faceva capo a una "santona" negli Anni Ottanta.

venerdì 30 maggio 2014
Il Capitano, e quella maledetta pistola...

Il Capitano, e quella maledetta pistola...


"Ago cammina piano lentamente, chissà quel che che gli passa per la testa, tiene il pallone stretto fra le mani, ed è fiero di essere romano! Ago cammina piano, con quel pallone stretto tra le mani, già sente l'urlo della gente che grida il suo nome: "Oh Agostino, Ago-Ago-Ago-Agostinogol !!"  Udito il canto sorride appena, sai quante volte ha assistito a questa scena, poi posa il pallone sul dischetto. Parte quel fischio,  non guarda il portiere, e tira una cannonata, la palla schizza e non l'ha vista nessuno!"

Sono passati già vent'anni e il ricordo di Agostino Di Bartolomei, indimenticato capitano giallorosso, è ancora nitido, forte. Come se non fosse passato tutto questo tempo, come se non fosse mai accaduto quello che ce lo portò via improvvisamente, drammaticamente.

Forse Agostino faceva parte di un calcio e di una Roma resi immortali dalle gesta calcistiche ma anche da una profonda umanità, quella che oggi manca. Perché Ago era il degno capitano di una squadra fatta di uomini veri guidata dal grande Nils Liedholm. Agostino lo potevi chiamare la sera a casa, alla Garbatella. Non c’erano ancora i cellulari e lui rispondeva a tutti i giornalisti con cortesia e disponibilità. Si parlava di pallone e di quel che gli girava intorno. Un rapporto tra professionisti regolato dalla fiducia reciproca e dal buon senso. Agostino si faceva dare il pallone da Tancredi al limite della sua area. Cinquanta metri più in su Bruno Conti fintava di venire incontro e poi scattava sul centro sinistra sicuro del fatto suo. Sicuro che Ago con un lancio millimetrico di 50 metri veri, gli avrebbe depositato il pallone sul suo sinistro. Gol al volo di Bruno: ne ha fatti almeno quattro o cinque così, grazie all’incredibile lancio del capitano. 

Ma quel 30 maggio 1994 ce lo portò via in modo drammatico a San Marco (frazione di Castellabate), dove viveva, con quella maledetta pistola Smith & Wesson calibro 38 a cui fece partire un colpo sul proprio petto. Erano trascorsi dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni 1983-1984 persa dalla Roma contro il Liverpool dove Agostino fallì quel maledetto calcio di rigore.

La fine di un uomo disperato, si parlò di alcuni investimenti andati male e di un prestito che gli era stato appena rifiutato. Ma i dubbi del suicidio divennero abbastanza chiari quando fu trovato un biglietto in cui il calciatore spiegava il suo gesto, da ricollegarsi probabilmente alle porte chiuse che il calcio serrava di fronte a lui: «mi sento chiuso in un buco», scrisse.

Oggi a vent'anni da quel tragico giorno il ricordo di Agostino è sempre forte nei cuori di tutti, tifosi e appassionati compresi, che non dimenticheranno mai il loro capitano.

Ciao Ago. Ciao Capitano...




Francesco Puleio
martedì 20 maggio 2014
Peter Pan: buono o cattivo?

Peter Pan: buono o cattivo?


Le fiabe. Chi di voi, grandi e piccini, non ha mai sognato ad occhi aperti leggendo una favola, quelle che ti fanno evadere dalla realtà, che allietano i nostri cuori e che ci danno speranza anche quando le cose non vanno, o la luce della speranza è fievole o a volte inesistente.

Tra queste c'è da sempre una delle più amate, perchè forse corrisponde alla realtà. Alzi la mano chi non ha mai letto, ascoltato o visto la favola di Peter Pan. Il ragazzo che non voleva crescere e che si rifugia nell'Isola che non c'è popolata da fate, sirene, indiani e pirati per sfuggire ai problemi dei grandi.

Da sempre in tutte le sue versioni (teatrali, fiabesche e cinematografiche) Peter Pan, l'eterno bambino, risulta essere il buono della storia, contrapposto al perfido Capitan Uncino. E se non fosse così?

Nell'opera principale di James Matthew Barrie infatti, e tutti i suoi derivati, Peter Pan è colui che si prende cura dei bambini sperduti, a cui è in cerca di una persona (Wendy) che le faccia da madre. Peter da sempre protegge Trilly, la fatina che con la sua polvere magica mescolata ai "pensieri felici" permette di volare. Peter è anche il padrone dell'Isola.

Ma se, come detto, Peter Pan effettivamente non fosse buono? Ci verrebbe subito da dire "Uno che non vuole crescere ha davvero dei seri problemi!", e poi "Uno che se ne va in giro per il mondo strappando ad esso una delle cose più belle, cioè i bambini, è davvero spostato!". Peter vuole tenere e avere tutto e tutti per se, vuole comandare sull'Isola. Fa riflettere anche l'interpretazione del personaggio nel noto telefilm della ABC Once upon a time, in cui il nostro Peter viene presentato davvero perfido e cattivo, e abbastanza "spostato" diciamo.

D'altronde se Peter Pan fosse veramente cattivo di conseguenza Capitan Uncino?

Secondo Barrie Giacomo Uncino sarebbe la nemesi di Peter. L'uno rappresenta il bene, l'altro il male. A questo punto se Peter Pan sarebbe il cattivo, di conseguenza Capitan Uncino rappresenterebbe la parte "razionale" del romanzo, colui che, al contrario di Peter Pan non crede che bisogna rimanere bambini in eterno, ma crescere ed affrontare la vita con la sfacciataggine e la cattiveria di un adulto. D'altronde Uncino è un magnifico cantastorie e ama i fiori e la dolce musica.

Naturalmente il romanzo di Peter Pan rappresenta la voglia di rimanere bambini, il rifiuto di crescere. E' crescendo infatti che iniziano i problemi degli esseri umani. Che problemi hanno i bambini se non quello di giocare e divertirsi? E' un rifugio perfetto dai mali della vita.

Ma è giusto evadere così dalla realtà e quindi rifiutarsi di crescere? Rimanere bambini alla fine sarebbe la soluzione più "comoda", però resta per certi versi sempre quella più affascinante. Quindi è giusto essere Peter Pan o Capitan Uncino? A questo punto la domanda è d'obbligo: Peter Pan è buono o cattivo?

Per i sognatori che vogliono ritornare bambini e/o scappare dalla realtà, o per coloro che vorranno scoprirlo c'è solo un modo: credere nelle fate, dirigersi verso la seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino!




Francesco Puleio
sabato 17 maggio 2014
Il cellulare si accende da solo e arriva l'sms dell'ex defunta

Il cellulare si accende da solo e arriva l'sms dell'ex defunta


L'amore dura per sempre, anche oltre la vita. E' così che potremmo definire la singolare e strana storia accaduta ad un ragazzo, poco più che trentenne, che al mattino sente suonare il vecchio cellulare chiuso nel cassetto che ormai da tempo non utilizzava più.

Ma facciamo un attimo un passo indietro. Si dice che l'amore, quello vero, passa una sola volta nella vita, e la storia che Simone e Chiara stavano vivendo era quella che un essere umano attende tutta una vita. Sei anni di fidanzamento e poi la fatidica proposta: "Mi vuoi sposare?", ma anche se l'amore c'è ed è forte, a quella proposta chiunque potrebbe titubare, è un si per tutta la vita. Così Chiara decide di prendere del tempo, vuole rifletterci.

Ma la vita a volte sa essere davvero crudele. Capita così che una mattina mentre Chiara si dirigeva a lavoro viene travolta da un tir che c'entra in pieno la sua auto. L'impatto è troppo violento, e Chiara non ce la fa, la risposta che Simone attendeva dalla sua amata non arriverà mai.

Passano così due anni, il dolore è ancora forte e Simone non ha mai dimenticato Chiara, l'amore della sua vita. Una notte come tante altre Simone sogna ancora Chiara, ma alle 7 del mattino avverte la suoneria del suo vecchio telefono riposto nel cassetto che ormai non usa più da tempo. Simone al suono si sveglia e inizia a rovistare nel cassetto "E' impossibile, chi lo ha acceso? Il Telefono è spento ormai da tempo" si domanda Simone. Ma con grande stupore Simone si accorge che era proprio il suo vecchio cellulare e con grande stupore e commozione era proprio un messaggio della defunta Chiara con scritto "si" alla sua proposta di matrimonio...

Evento paranormale o amore oltre ogni cosa ?
venerdì 16 maggio 2014
Lampedusa, abbracciati infondo al mare!

Lampedusa, abbracciati infondo al mare!


 Un abbraccio congelato, come quello delle mamme calate sui corpi dei loro figli, a proteggerli, durante      l'eruzione di Pompei...eccoli abbracciati nel momento della tragedia, il naufragio! Viene chiamato il viaggio della speranza ma in molti casi si trasforma in un viaggio verso la morte. 



Queste sono le immagini pubblicate ieri in esclusiva dalla Repubblica, riprese dal video girato dai sommozzatori per il recupero dei corpi del naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013.
Sono immagini forti, crude, ma è la dura realtà; loro che vedono nel nostro paese la speranza di una vita felice, mentre invece, spesso e volentieri vanno incontro alla morte!!!!
giovedì 15 maggio 2014
Benfica: Continua la maledizione di Guttmann!

Benfica: Continua la maledizione di Guttmann!


Continua ancora la maledizione di Bela Guttmann che ormai da 52 anni opprime la squadra portoghese: "Da qui a 100 anni il Benfica non vincerà più una Coppa Europea".

Era infatti il 1962 quando il grande Benfica di Eusebio, vinse la sua seconda Coppa dei Campioni consecutiva battendo il Real Madrid di Puskas e Di Stefano con un prestigioso 5-3. L'allora tecnico ungherese dei portoghesi, Bela Guttmann, forte di questo successo, chiese al presidente del Benfica un adeguamento del suo contratto. Di fronte al rifiuto del presidente, il tecnico decise di andarsene sbattendo la porta, e lo fece lanciando una "maledizione" al club che dura tutt'ora: "Da qui a 100 anni senza di me il Benfica non vincerà più una Coppa Europea" sentenziò il tecnico.

Sono passati ormai 52 anni da quelle dichiarazioni brucianti, una maledizione che dura tutt'ora sul club portoghese. L'anno successivo, infatti, il Benfica di Eusebio, ancora una volta in finale, perse contro il Milan di Altafini, poi fu la volta dell'Inter di Herrera a strappare il trofeo ai lusitani. Poi, le sconfitte contro il Manchester United del grande George Best e vent'anni dopo la disfatta ai rigori contro il PSV Eindhoven. Al Prater di Vienna nel 1990, invece, fu il milan di Sacchi a battere il Benfica di Sven-Göran Eriksson in finale, (1-0 con gol di Rijkaard). E la maledizione è andata oltre, dalla Coppa dei Campioni, poi Champions League, è passata direttamente alla coppa Uefa, poi diventata Europa League: nel 1983 l'Anderlecht strappa la coppa Uefa ai lusitani, poi lo scorso anno l'incredibile e rocambolesca disfatta contro il Chelsea di Benitez in Europa League, fino ad arrivare all'ultima beffa ai rigori contro il Siviglia nella finale giocata allo Juventus Stadium ieri sera.

Da allora il Benfica ha disputato ben otto finali, senza ottenere successo, la maledizione di Guttmann continua ancora sul Benfica, una maledizione con cui anche i più scettici oggi iniziano a fare i conti. Storie che solo il calcio, e lo sport sanno regalare...



Francesco Puleio
mercoledì 14 maggio 2014
L’immagine emozionante del Celtic Glasgow

L’immagine emozionante del Celtic Glasgow


Una bella notizia arriva dalla Scozia. Questa volta è il calcio che il portavoce di questa meravigliosa azione. Le stupende ed emozionanti immagini riguardano la festa scudetto del  Celtic Glasgow vinto in Scozia.

Durante l’evento l’allenatore, Neil Lennon e l’uomo più rappresentativo della squadra, Giorgios Samaras, hanno festeggiato questa importante vittoria regalando una medaglia e facendo fare il giro di campo ad un bambino disabile presente sugli spalti, il suo nome Jay, undicenne tifoso affetto dalla sindrome di Down.

Prima Lennon ha regalato al bambino una medaglia, successivamente, Giorgio Samaras ha fatto il giro del campo con Jay  tra le sue braccia.

Sugli spalti erano presenti  60 mila spettatori. Samaras dopo sei anni e mezzo lascerà la squadra scozzeze.



MISTER X
martedì 29 aprile 2014
Uomo malato di Alzheimer parla solo con il suo cane! Il Video

Uomo malato di Alzheimer parla solo con il suo cane! Il Video



Oramai nel web si trova davvero di tutto, anche storie toccanti. Come quella del padre di Lisa Abeyta, malato di Alzheimer allo stadio avanzato che non riesce a riconoscere ormai nessuno, e ha perso anche gran parte della capacità di formulare frasi di senso compiuto. Eccetto quando è in compagnia del suo cane Roscoe.


La storia viene dagli USA, e succede quindi come una sorta di piccolo miracolo, che la donna ha voluto mostrare in questo video a tutto il mondo. Con l'animale, il papà di Lisa sembra riuscire a parlare, a esprimersi. «Se i vostri cari parlano ancora con voi, ascoltateli perché non potete sapere quando sarà l'ultima volta» dice i Lisa.

Ecco il video girato da Lisa:


Il video ovviamente ha fatto il giro del mondo, commuovendo migliaia di persone. Una bella storia che Lisa ha voluto condividere con tutti.



Francesco Puleio
lunedì 28 aprile 2014
Aiutiamo Claudia a ritrovare i suoi ricordi. Fate girare.

Aiutiamo Claudia a ritrovare i suoi ricordi. Fate girare.


di M.Giusy Margiotta

Claudia Stritof racconta la storia del suo viaggio nel suo blog. I ricordi e le foto di una vita conservate in computer portatile, diventato oggetto prezioso e inseparabile. Inseparabile fino all'arrivo di un ladro che in un colpo solo si è impadronito sia di un computer che di ricordi che non gli appartengono. Tutto è nato sul Frecciarossa 9540 diretto a Roma: 

«Ieri su quel treno mi è stato rubato lo zaino. Il ladro da quello che hanno visto i testimoni (e c’è da chiedersi: perché non l’hanno fermato? Non si è capito) indossava un bomber arancione ed era probabilmente un alcolista. Alcolista o meno sta di fatto che questo tizio salito a Roma Termini ha preso il mio zaino con dentro un pc Sony Vaio, gioielli e vestiti ed è scappato via, scendendo a Roma Tiburtina. La speranza mi è stata strappata. Forse troppa distrazione. Ho pensato anche di essere stupida ma io nei viaggi sto sempre attenta. Ma evidentemente questo viaggio era destinato a diventare un incubo. Perché le persone non lo hanno fermato? Non si sa. Potevo stare più attenta, non dormire, non leggere e non avere la mente tra le nuvole? Sicuramente, ma ciò che mi sta insegnando la vita è che non mi devo fidare di nessuno. Gli uomini fanno del male agli altri uomini. Mi hanno detto di sperare che il tizio si penta e me lo restituisca. Ma io purtroppo la speranza l’ho persa molto tempo fa. All’incirca due mesi fa».

«Ho sperato che mia sorella si salvasse dal quel maledetto tumore. E perché vi parlo di questo nel post di un furto? Perchédentro quel maledetto pc, c’era la mia memoria con lei, le nostre foto, i miei scritti e i miei pensieri. Non so se qualcuno o se il tizio che comprerà il mio pc leggerà mai queste parole. Mi ha strappato la memoria e i ricordi. Spero nel suo buon cuore. Spero che legga queste mie parole e trovi il coraggio di restituirmi i ricordi. Su Facebook mi trovate a questo nome: Claudia Stritof.

Ecco la descrizione: zaino marrone, con due o tre stemmi di località di montagna, uno con su scritto Livigno (mia sorella amava la montagna) conteneva il mio pc Sony Vaio n. 542730490001735.>>


Diamo anche noi un piccolo aiuto a Claudia, facciamo girare!

sabato 26 aprile 2014
USA, trovano 10mln di dollari mentre portavano a spasso il cane!

USA, trovano 10mln di dollari mentre portavano a spasso il cane!

Una coppia della California escono per portare il loro cagnolino a spasso, ma non potevano mai immaginare che questa uscita li avrebbe resi ricchi!!!
Il tesoro è stato ritrovato sepolto sotto un vecchio albero, dove l'animale domestico si era messo a scavare.
Secondo gli esperti , che hanno accertato la validità e l'autenticità delle monete, risalirebbero al periodo della corsa d'oro, tra gli anni 1847 e 1894.
Le monete recuperate sono 1.427, e la loro rarità è tale perche potrebbero valere circa un milione di dollari ciascuna.
La coppia fortunata vuole restare anonima, per evitare uno stravolgimento dello stile di vita quotidiano; ma afferma che la maggior parte delle monete saranno vendute su internet, e il ricavato verrà usato per pagare le tasse e fare beneficenza, e le restanti, le terranno per ricordo.


giovedì 24 aprile 2014
Uccide l'amica per aver postato alcuni selfie!

Uccide l'amica per aver postato alcuni selfie!

La sedicenne Erandy Elizabeth Gutierrez è finita in carcere per l’omicidio della coetanea Anel Baez che su Facebook aveva messo sexy-selfie di loro. Ammanettata al funerale.

foto della vittima

La presunta assassina aveva fatto capire alla vittima di essere adirata per quelle foto pubblicate sul social network e su Twitter, all’inizio dell’anno, le aveva inviato un messaggio di minacce: “Ti può sembrare che io sia calma - scriveva sul sito di microblogging la Gutierrez - ma nella mia mente ti ho già ucciso tre volte. Sei fortunata se vivi fino alla fine dell’anno”. Poi ha deciso di passare all’azione quando lo scorso 19 marzo l’amica l’ha invitata a casa per chiarire. La sedicenne ha finto di andare in bagno, ma è entrata in un cucina, ha preso un grosso coltello e ha colpito senza sosta alla schiena e al collo la coetanea che è stata trovata dalla polizia in un lago di sangue. Prima di fuggire, la Gutierrez ha tentato, invano, di cancellare le tracce della sua presenza.Per la legge messicana, essendo ancora minorenne, l’omicida rischia al massimo sette anni di carcere.Erano amiche per la pelle e la polizia messicana l’ha arrestata mentre seguiva in lacrime il feretro della compagna assassinata.

Fonte: Corriere della sera
Selfie durante rapina: arrestato!

Selfie durante rapina: arrestato!


Che la stupidità non ha confini è risaputo ormai da tempo. Ma quello che è successo a Rotherham in Inghilterra è davvero singolare e rocambolesco.

La moda del selfie (vale a dire fare autoscatti con lo smartphone) sembra aver contagiato davvero tutti, anche i più insospettabili… ad esempio i ladri!

L'episodio è accaduto qualche settimana fa, ed ha avuto come protagonista un rapinatore che, nel bel mezzo del furto, non ha resistito alla tentazione di auto-celebrarsi con un bel selfie allo specchio.

Questa “genialata” degna davvero di un vero e proprio genio (in senso ironico ovviamente) è venuta in mente all’inglese Ashley Keast, un ladro che si è intrufolato in un appartamento di Rotherham. Nel bel mezzo della rapina, però, gli è capitato tra le mani anche uno smartphone e, non riuscendo a resistere alla tentazione, si è fatto una bella foto ricordo.

La stupidità del ladro si ferma qui? Certo che no. Pare infatti che abbia involontariamente inviato la foto su WhatsApp al gruppo dei colleghi del legittimo proprietario del telefonino, i quali, senza perdere un minuto di tempo, hanno subito chiamato la polizia ed il padrone di casa.

L' "astuto" Ashley, grazie alle prove da lui stesso fornite, è stato subito catturato ed arrestato, ed dovrà ora scontare una pena di 2 anni e 8 mesi di prigione.

Uno solo quesito attanaglia tutti coloro che sono venuti a conoscenza della storia... Ma si può essere più stupidi di così?


Francesco82
mercoledì 16 aprile 2014
La leggenda del numero 83... Il sogno divenuto realtà!

La leggenda del numero 83... Il sogno divenuto realtà!

Lo stadio è strapieno. Lo stadio dove gioca la tua squadra del cuore. La squadra per cui hai sempre tifato sin da bambino, e tu indossi quella maglia... Il pubblico ti acclama... Sembra un sogno... Non lo è! E' proprio vero, anche se l'età è abbastanza avanzata il sogno è diventato realtà. Giochi con la maglia dei Philadelphia Eagles!

Questa è la straordinaria storia di Vincent Francis Papale, detto Vince, italo-americano, che all'età di 30 anni si affaccia per la prima volta al football americano, troppi per questo sport, e corona il suo sogno, giocare con la sua squadra del cuore, dopo tante difficoltà, e in soli tre anni passa da un perfetto sconosciuto, uomo comune e barman, ad una vera e propria leggenda!

Era il 9 febbraio 1946 quando il piccolo Vince venne alla luce. Nato da genitori non ricchi, il padre lavorava come operaio presso una piccola fabbrica e la madre era un ex atleta con problemi di salute. Cresce con i ragazzi del quartiere tifando gli Eagles seppur in un ventennio di difficoltà economica per la città di Filadelfia. Vincent frequenta la Interboro High School dove svolge diverse discipline sportive con successo.
Si iscrive successivamente all'università di Saint Joseph di Filadelfia grazie ad una borsa di studio ottenuta per meriti sportivi, che però non ha una squadra di football, ed è così costretto a praticare atletica, salto con l'asta, salto in lungo e salto triplo sono le attività in cui emerge.
Ma non c'è solo lo sport nella vita di Vince Papale, riesce infatti a conseguire la laurea in Scienze del Marketing e Management nel 1968.
Gli anni successivi furono molto duri per Vincent. La vita gli offre poche possibilità di poter esprimere il proprio talento, e così per sopravvivere è costretto a dividersi tra il locale di un vecchio amico, dove lavora come barman e dove segue con gli amici le partite della squadra del cuore, gli Eagles, e la sua vecchia scuola dove lavora come supplente.

Nel 1974 la prima svolta della sua carriera. Vince partecipa alle selezioni come ricevitore per la squadra dilettantistica dei Philadelphia Bell. Gli osservatori non hanno dubbi, e Papale strega tutti grazie alle sue eccellenti prestazioni. Ma qui, si gioca poco, si gioca male, e soprattutto non si guadagna un soldo. Gioca due stagioni con i Philadelphia Bell che gli fruttano un invito, nel 1976, ai provini degli Eagles, dove davanti agli occhi di Dick Vermeil, dà grandissima prova delle sue abilità. Proprio gli Eagles che Vince tifa sin da bambino. Sembra un sogno, ma non lo è, grazie ai tanti sacrifici ed ad allenamenti massacranti Vincent Francis Papale ce l'ha fatta, fa parte ora degli Eagles ed entra a far parte dei professionisti della NFL, la più grande lega di di football a livello professionistico all'età di 30 anni, età piùttosto avanzata per un giocatore di football americano.


Nei Philadelphia Eagles Vince gioca per 3 anni, dal 1976 al 1978, dove si ritaglia subito un posto da titolare, e dove a discapito dell'età avanzata contribuisce alla risalita delle aquile, e diventa così la più vecchia matricola nella storia del football americano, nonostante non abbia tutti quegli anni di esperienza al college che solitamente un giocatore di football professionistico possiede. E la sua storia fu alquanto singolare appunto perchè venne ingaggiato da una squadra quando aveva più di trent'anni e senza nessuna esperienza di football professionistico alle spalle.

La storia di Papale conquista subito non solo l'opinione pubblica, ma anche i milioni di tifosi, di cui diventa subito un idolo nonostante l'età avanzata.
Indossa la maglia numero 83, che non tarda ad entrare subito nella storia del club e nel cuore dei tifosi, grazie alla tenacia, alla generosità in campo e la storia singolare. Addirittura nel 1978 viene votato uomo dell'anno dai suoi compagni per le numerose attività caritatevoli.

Nelle tre stagioni agli Eagles le performance di Vince contribuiscono alla risalita del club, che uscì così da un periodo di enorme difficoltà. Fu infatti grazie a Papale che il coach Vermeil, dopo averlo schierato nello Special Team, di cui divenne addirittura capitano, riuscì a battere per la prima volta i rivali NY Giants grazie ad un fumble recovery proprio di Papale.

Il sogno di Vince però non dura a lungo. Nel 1979, dopo tre stagioni nei professionisti, la sua carriera viene interrotta a causa di un brutto infortunio alla spalla. Per diversi anni Papale lavora come cronista in diverse emittenti televisive e radiofoniche fino al definitivo abbandono dal mondo dello sport.

Nel 2001 gli viene diagnosticato un tumore al colon. Pensate si sia arreso? Certo che no! Guarito completamente diventa testimonial e portavoce incoraggiando la gente a sottoporsi a check-up completi anche attraverso spot televisivi.

Oggi Vince Papale lavora come direttore impiegato nel campo dei mutui bancari. Risiede nel New Jersey con la moglie Janet Cantwell (ex campionessa di ginnastica artistica) e i loro due figli Gabriella e Vincent Jr. Ma la sua incredibile storia, che ispirerà addirittura anche due film, nella mente e nei cuori di molti appassionati e tifosi di football e non solo, resterà per sempre una leggenda, quell'uomo comune che, un giorno, realizzò il suo sogno e scese in campo indossando la maglia numero 83...




francesco82
martedì 15 aprile 2014
Lui muore , lei continua a scrivergli: leggi gli sms che hanno commosso il web

Lui muore , lei continua a scrivergli: leggi gli sms che hanno commosso il web


Una storia che sta letteralmente conquistando sta facendo il giro del mondo, i social network, a colpi di condivisioni, like e commenti. Si tratta di una storia che esalta l’amore, un racconto triste, commovente.
Lui, è un ragazzo, morto in un brutto incidente stradale di qualche tempo fa, e lei, la sua fidanzata, nonostante la sua tragica scomparsa, non ha mai smesso di scrivere gli sms, non arrendendosi mai. 
È stata la sorella del ragazzo a pubblicare questa serie di messaggi davvero commovente, sms che hanno conquistato presto il cuore di moltissime persone. 

La ragazza ha voluto lasciare giorno e notte l’iPhone del fratello accesso, sapendo che per lui era un oggetto molto caro, ma senza rispondere mai ai messaggi della ex fidanzata, credendo che così facendo avrebbe fatto sentire ancora 'vicini' i due innamorati. 



I personaggi coinvolti in questa storia hanno preferito rimanere anonimi.



D'altra parte non c'è bisogno di nomi: l'amore è il messaggio più forte che possa esistere.


di M.M.G
lunedì 14 aprile 2014
Campionato di sauna: muore il finalista.

Campionato di sauna: muore il finalista.

Il campionato del mondo di sauna finisce in tragedia. La polizia ha avviato un’inchiesta, scrive la Bbc online, ma ancora a distanza di tempo le indagini vanno avanti.

Ogni anno si svolge a Heinola, 140 chilometri a nord della capitale finlandese Helsinki una competizione maschile e femminile denominata World Sauna Championship, l’obbiettivo è quello di riuscire a sopportare il più a lungo possibile il calore, vince chi esce per ultimo dallo stanzino della sauna. Al campionato erano iscritti 135 partecipanti provenienti da 15 diversi Paesi. I due finalisti, il russo Vladimir Ladyzhensky e il rivale finlandese Timo Kaukonen sono stati ricoverati in ospedale dopo essere collassati entrambi: nulla da fare per il sessantenne russo, che nell'edizione 2009 si era piazzato terzo, morto poco dopo il ricovero. Secondo gli organizzatori, tutte le regole della competizione sono state rispettate.

La competizione, che si ripete dal 1999, richiede ai partecipanti di resistere ad una temperatura superiore di dieci al livello di ebollizione dell'acqua, parte da 110 gradi centigradi. Il responsabile Ossi Arvela e tutto lo staff sono ancora sotto shock.





I due finalisti erano entrati nella sauna da circa sei minuti: quando le porte sono state aperte entrambi 
sono collassati, secondo la STT, l’agenzia stampa finlandese. Alcuni testimoni hanno detto che uno dei due finalisti presentava delle gravi ustioni, una notizia non confermata dagli organizzatori, ma testimoniate dalle fotografie scattate dai presenti.



M.M.G

giovedì 3 aprile 2014
Fate, elfi e gnomi... dove finisce la fantasia e inizia la realtà?

Fate, elfi e gnomi... dove finisce la fantasia e inizia la realtà?

Spazi dove le cose invisibili si svelano all'improvviso,
dove il tempo è infinitamente possibile,
dove non esistono limiti alla meraviglia e allo stupore

Fate, elfi e gnomi, ci accompagnano nella nostra crescita attraverso storie fantasiose e sogni nel cassetto… ma dove finisce la fantasia e inizia la realtà? Negli ultimi decenni gli avvistamenti di queste misteriose creature sono aumentate e addirittura sono state filmate. Questi piccoli abitanti usano boschi e foreste per nascondersi, giocare e fare dispetti, ai quali sono legate credenze e storie fantasiose. Miti e leggende li descrivono fin nei minimi dettagli, possono esseri bizzarri, benevoli o malevoli a seconda dei sentimenti che le persone nutrono nei loro confronti. Sono in un certo senso nella vostra dimensione ma non nella vostra frequenza vibratoria. Appartengono alla Terra così come voi fate parte di essa.
Gli gnomi sono simili agli uomini ma generalmente vivono sottoterra o nelle zone montagnose. Qui custodiscono immensi tesori e passano il loro tempo a costruire armature. Sono famosi per le loro barbe. Sono fabbri rinomati e hanno costruito alcuni degli oggetti più
Corpo di Fata. ritrovamento  in
 una torbiera del Derbyshire
potenti del passato come la catena del lupo Fenris nella mitologia norvegese.
Non solo le culture occidentali raccontano di tali creature. A Sumatra c’è l’orang pendek (Piccolo Uomo): avrebbe capelli corti e neri, con una criniera spessa e pelosa. La faccia è liscia e senza peli. Camminano lasciando impronte all'incontrario per disorientare chi osa seguirli. Se non si lascia loro del tabacco distruggono tutto quello che trovano.
Per quanto riguarda le fate alcuni ritengono che siano angeli caduti dal cielo. Non fanno alcun male se vengono lasciati in pace. Fate attenzione se vi invitano a danzare con loro: potreste non uscire mai più dal loro cerchio. In Galles, si crede che le fate siano una razza di esseri spirituali invisibili che vivono in un loro mondo.
Forse di questi tempi, ci vorrebbero proprio delle creature fatate che coi loro poteri magici portino un po’ di serenità negli animi di tutti, e magari, facciano sparire questa temibile crisi che attanaglia il mondo intero. Molti credono alla loro esistenza e qualcuno afferma anche di averle viste o perfino incontrate.


M.M.G.
 

Ragazzi si ritrovano un fantasma in auto. Ecco il video shock.

Ragazzi si ritrovano un fantasma in auto. Ecco il video shock.

La storia che ha fatto tremare il Portogallo. Tiago, Tania e David sono in auto. Si stanno dirigendo a Sitra, in montagna, ma il tragitto è tortuoso e si perdono in mezzo a strade buie e desolate.
Ad un certo punto avvistano una ragazza, che si aggira solitaria per quelle strade. Ci pensano un po’, ma vedendola in difficoltà decidono di darle un passaggio.
Salita a bordo, la ragazza dice di chiamarsi Teresa, trema e si comporta davvero in modo strano. I ragazzi pensano possa trattarsi di una ragazza con problemi psichici, reduce da una violenza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Ma bisogna attendere la fine del video amatoriale, girato da uno dei ragazzi, per scoprire la vera identità della ragazza.
La parte in cui entra in scena Teresa comincia al minuto 4:20 circa.
Preparatevi a tremare...



M.M.G


lunedì 31 marzo 2014
Dorme da 7 anni con la moglie morta: vicini spaventati. Guarda le immagini.

Dorme da 7 anni con la moglie morta: vicini spaventati. Guarda le immagini.

La notizia ci giunge dal Vietnam ed ha commosso davvero il mondo!
Un uomo di 59 anni , padre di 7 figli, seppellì la moglie 9 anni fa, eppure non ha mai smesso di dormire con lei. Le Van infatti non riuscendo a rinunciare al suo vero amore qualche mese dopo la sepoltura ha disseppellito le ossa della moglie per poi riseppellirla in una sorta di sarcofago in gesso. Sembra essere tutto normale  per il figli, mentre  al solo pensiero i vicini si dicono spaventati.

Il  quotidiano VietnamNet, ha già trattato il caso nel 2009, quando le autorità avevano imposto all'uomo di riporre nuovamente le ossa della donna nel loculo. In realtà, Le Van non sta infrangendo alcuna legge, poiché nessun legge limiterebbe la sua libertà di dormire accanto ai resti dell'amata. Risulta assurdo ma vero, ciò di cui è accusato il vedovo è quindi di inquinare l'ambiente con la presunta "tossicità" delle ossa che sprigionerebbero nell'aria fumi velenosi.






M.M.G


domenica 30 marzo 2014
Donna sfregiata con l'acido, 20 anni all'ex fidanzato.

Donna sfregiata con l'acido, 20 anni all'ex fidanzato.

Pesaro, 29 marzo 2014 -  L'avvocato trentasettenne, Luca Varani, è stato condannato a 20 anni nel processo a Pesaro per l’aggressione con l’acido a Lucia Annibali. La sentenza accolta in aula con grandi applausi, è stata pronunciata dal Gup Maurizio Di Palma.
Runin Talaban e Altistin Precetaj, i due sicari albanese, sono stati accusati di aver ideato e realizzato l’agguato all’avvocatessa urbinate il 16 aprile dello scorso anno. Il pm Monica Garulli ha chiesto per loro 18 anni. Per l'ex fidanzato della vittima, 20 anni.
Lucia Annibali commenta la sentenza : “Sono contenta perché penso che sia giusta questa sentenza e sono contenta per la mia famiglia. Rimane comunque una vicenda molto triste. Nulla potrà mai ripagarmi. Il mio incubo in realtà è finito un anno fa, ora vado avanti per la mia strada. Nessun rancore, ora penso alla mia vita". "No, non l'ho mai guardato, nemmeno in occasione della sentenza", aggiunge l'avvocatessa di Urbino riferendosi a Luca Varani.
Si dimostra soddisfatta per essere riuscita a trovare il coraggio di arrivare fino in fondo, rialzandosi uscendone vittoriosa. Dal periodo più bello a quello drammatico, racconta : “e’ stato proprio quella sera, quando ho realizzato - ha raccontato in conferenza stampa - che l’acido mi stava corrodendo il volto e ho capito che potevo anche morire”. "Voglio ringraziare i miei medici di Parma, quando mi hanno spronata ad andare avanti anche quando non avevo una faccia che è come quella di oggi - ha proseguito Lucia-. Agli ustionati voglio dire di crederci sempre, ogni giorno e di non perdere mai la speranza - ha concluso - perché si può tornare alla vita anche se non si è perfetti. L’ustionato dentro di sé ha grandi risorse”.
"Il giudice ha stabilito che i danni saranno liquidati in una separata causa civile. Intanto sono stati stabiliti 800mila euro di provvisionale per Lucia". Lo ha reso noto in conferenza stampa a Pesaro Francesco Coli, avvocato di Lucia. Coli ha aggiunto che si è trattato di un processo "molto difficile perchè "due imputati si sono sempre avvalsi della facoltà di non rispondere. Tuttavia tutte le ipotesi di accusa sono state ritenute attendibili. Era un processo inconcreto perché prove o testimoni non ce n'erano".

Il pubblico ministero Monica Garulli ha spiegato: "Leggeremo le motivazioni della sentenza. Ringrazio i carabinieri che hanno collaborato nell'attività di indagine e hanno reso possibile oggi questo risultato".
Anche dalla politica arrivano i commenti sulla sentenza. La presidentessa della Camera, Laura Boldrini, esprime la sua vicinanza a Lucia:  “Sono vicina con affetto a Lucia Annibali, nel giorno in cui il suo straordinario coraggio ha ottenuto un riconoscimento importante e tempestivo dalla giustizia italiana. Il volto di Lucia e le sue parole hanno dato in questo anno un contributo fondamentale alla battaglia delle donne. In molte, anche grazie al suo esempio, stanno uscendo dal silenzio, per riaffermare che la violenza di genere, anche quando si consuma dentro una casa, non è mai un fatto privato”.
Matteo Ricci, presidente della provincia di Pesaro Urbino e vicepresidente del Pd, scrive: “Vicino a Lucia in questo momento in cui giustizia e’ stata fatta. Con il suo coraggio e la sua forza la battaglia contro la violenza sulle donne si puo’ vincere. Tutti i cittadini di Pesaro e Urbino, in questo momento, si stringono a lei in un grande abbraccio”.
E sempre per ciò che riguarda la politica, a chi le chiedeva una candidatura alle Europee, Lucia risponde con un "Vedremo, non mi sembra ne' il momento, ne' la sede". Da quanto e' trapelato anche oggi, prima delle sentenza che ha condannato Varani e i due albanesi, Lucia non ha sciolto la riserva e potrebbe farlo alla fine della prossima settimana.


 M.Giusy Margiotta 
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