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domenica 25 maggio 2014
Come stare bene con se stessi, per cambiare vita con successo.

Come stare bene con se stessi, per cambiare vita con successo.

di M.Giusy Margiotta
"La strada era sconnessa e scivolosa. 
Il piede mi è scivolato mandando l'altro piede fuori strada, 
ma mi sono ripreso e mi sono detto: sono scivolato, non sono caduto."
Abraham Lincoln


Durante il corso della vita a tutti capita di attraversare un periodo negativo, di pensare che nulla vada come deve andare. In questi casi tendiamo ad attribuire la colpa al destino, all'ambiente circostante o a terzi cadendo così in un inutile vittimismo.  Ma proviamo a pensare per un attimo che forse siamo proprio noi a vedere le cose le cose più nere di quanto lo siano, talvolta il nero è una questione di punti di vista. 
Allora cosa aspettiamo a cambiare? Niente è semplice ma nulla è impossibile!

Per prima cosa poniti l’obiettivo di cambiare il tuo punto di vista per migliorare gradualmente la tua vita, per fare ciò inizia a riflettere sul passato.
Infatti, il primo passo per accrescere la tua autostima è quello di  liberarti del passato: la vita spesso ci mette davanti a degli ostacoli che ci lasciano delle ferite psicologiche, ma il passato può aiutare a capire perché ti senti in un certo modo nel momento in cui si consuma l’evento negativo, ma non può spiegare perché scegli di continuare a sentirti in quel modo. Analizza il tuo passato, analizza te stessa e identifica ciò che ti rende realmente felice per regalarti la possibilità di attuare dei cambiamenti e trasformare così l’ansia in energia positiva.
Continui a preoccuparti per gli altri, a paragonarti ad altre persone, a vivere seguendo delle regole che gli altri hanno stabilito al tuo posto,  ma la vita diventerà molto più semplice e più divertente quando inizierai ad occuparti di te stessa, a fare ciò che ti senti e vuoi veramente fare nella libertà che solo tu puoi concederti.

Inizia ad affrontare le situazioni dando il giusto peso, senza trasformare anche un piccolo ostacolo in un evento catastrofico, e ricorda, nella vita non sono gli eventi o le persone a determinare la tua autostima, ma è come reagisci ad essi. Gli ostacoli, le persone che ti hanno tradito, le delusioni e gli errori sono i mattoncini della tua personalità, ma sta a te decidere dove inserirli  per costruire la fortezza della tua anima e per trarre qualcosa di positivo dagli eventi che più ti destabilizzano, sbagliare aiuta a edificare il carattere. Le persone di maggiore successo sono spesso quelle che compiono il maggior numero di sbagli. Il loro successo è dovuto al fatto che guardano ad essi non come a dei fallimenti, ma come ad esperienze di apprendimento.

Non lasciare che il tuo passato ti impedisca di vivere il tuo presente, ma soprattutto non lasciare che le delusioni di ieri e di oggi indotte da altri ti impediscano di avere successo domani.

Tagliati uno spazio per te, fermati, guardati allo specchio e piaciti. Concentrati su te stessa, sulle tue doti, i tuoi pregi e le tue capacità, fissa bene nella tua mente quello che vedi, piaciti anche quando le cose non andranno per il verso giusto. Non sentirti nel bel mezzo di una tempesta, non mettere mai in dubbio te stessa, ma se non vuoi annegare nelle tue insicurezze cerca di prendere le redini della tua vita in mano, se vuoi che niente ti faccia sentire in collera, triste, colpevole o spaventata devi ricordarti che al timone delle tue emozioni ci sei solo tu!
Solo quando imparerai a gestire le tue emozioni avrai una percezione più solida della tua identità.


Questa non è la ricetta per la felicità, ma forse un piccolo ingrediente per rendere eccellente l’impasto! 

martedì 20 maggio 2014
Peter Pan: buono o cattivo?

Peter Pan: buono o cattivo?


Le fiabe. Chi di voi, grandi e piccini, non ha mai sognato ad occhi aperti leggendo una favola, quelle che ti fanno evadere dalla realtà, che allietano i nostri cuori e che ci danno speranza anche quando le cose non vanno, o la luce della speranza è fievole o a volte inesistente.

Tra queste c'è da sempre una delle più amate, perchè forse corrisponde alla realtà. Alzi la mano chi non ha mai letto, ascoltato o visto la favola di Peter Pan. Il ragazzo che non voleva crescere e che si rifugia nell'Isola che non c'è popolata da fate, sirene, indiani e pirati per sfuggire ai problemi dei grandi.

Da sempre in tutte le sue versioni (teatrali, fiabesche e cinematografiche) Peter Pan, l'eterno bambino, risulta essere il buono della storia, contrapposto al perfido Capitan Uncino. E se non fosse così?

Nell'opera principale di James Matthew Barrie infatti, e tutti i suoi derivati, Peter Pan è colui che si prende cura dei bambini sperduti, a cui è in cerca di una persona (Wendy) che le faccia da madre. Peter da sempre protegge Trilly, la fatina che con la sua polvere magica mescolata ai "pensieri felici" permette di volare. Peter è anche il padrone dell'Isola.

Ma se, come detto, Peter Pan effettivamente non fosse buono? Ci verrebbe subito da dire "Uno che non vuole crescere ha davvero dei seri problemi!", e poi "Uno che se ne va in giro per il mondo strappando ad esso una delle cose più belle, cioè i bambini, è davvero spostato!". Peter vuole tenere e avere tutto e tutti per se, vuole comandare sull'Isola. Fa riflettere anche l'interpretazione del personaggio nel noto telefilm della ABC Once upon a time, in cui il nostro Peter viene presentato davvero perfido e cattivo, e abbastanza "spostato" diciamo.

D'altronde se Peter Pan fosse veramente cattivo di conseguenza Capitan Uncino?

Secondo Barrie Giacomo Uncino sarebbe la nemesi di Peter. L'uno rappresenta il bene, l'altro il male. A questo punto se Peter Pan sarebbe il cattivo, di conseguenza Capitan Uncino rappresenterebbe la parte "razionale" del romanzo, colui che, al contrario di Peter Pan non crede che bisogna rimanere bambini in eterno, ma crescere ed affrontare la vita con la sfacciataggine e la cattiveria di un adulto. D'altronde Uncino è un magnifico cantastorie e ama i fiori e la dolce musica.

Naturalmente il romanzo di Peter Pan rappresenta la voglia di rimanere bambini, il rifiuto di crescere. E' crescendo infatti che iniziano i problemi degli esseri umani. Che problemi hanno i bambini se non quello di giocare e divertirsi? E' un rifugio perfetto dai mali della vita.

Ma è giusto evadere così dalla realtà e quindi rifiutarsi di crescere? Rimanere bambini alla fine sarebbe la soluzione più "comoda", però resta per certi versi sempre quella più affascinante. Quindi è giusto essere Peter Pan o Capitan Uncino? A questo punto la domanda è d'obbligo: Peter Pan è buono o cattivo?

Per i sognatori che vogliono ritornare bambini e/o scappare dalla realtà, o per coloro che vorranno scoprirlo c'è solo un modo: credere nelle fate, dirigersi verso la seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino!




Francesco Puleio
giovedì 15 maggio 2014
La mattina si tende a dire meno bugie. Ecco perchè...

La mattina si tende a dire meno bugie. Ecco perchè...


di M.Giusy Margiotta

Secondo una ricerca condotta della University of Utah il senso morale di una persona può variare nel corso della giornata, in base all'orario.

Gli scienziati hanno proposto alcuni test e giochi dando la possibilità ai partecipanti di barare, in diversi orari della giornata.


Il risultato dei test ha messo in evidenza come la gente è meno propensa a mentire o barare durante la mattina, rispetto al pomeriggio o alla sera. Sembrerebbe che l’essere umano abbia una quota giornaliera di forza di volontà che, col passare delle ore diminuisce sempre più insieme all'autocontrollo ed alla consapevolezza morale.

Quindi se dovete prendere delle decisioni importanti, seguendo la voce della coscienza ed evitando di ritrovarvi protagonisti del romanzo di Carlo Collodi, sarebbe meglio farlo nel corso della mattina. Se, invece, avete la tentazione di mentire, sarebbe proprio il caso di dormirci su!

mercoledì 14 maggio 2014
Lui non vuole una storia seria: ecco perché l'impegno fa scappare.

Lui non vuole una storia seria: ecco perché l'impegno fa scappare.


di M.Giusy Margiotta

A tutte le donne sarà capitato di lamentarsi del loro uomo perché contrario ad un legame serio o perché rimanda costantemente nel tempo la data di una concretizzazione relazionale se non addirittura matrimoniale. Cerchiamo quindi di fare chiarezza sulle dinamiche soggiacenti a questo problema.
Prendiamo in esame alcune note situazioni:
1) Coppie che stanno insieme da anni e in cui lei attende speranzosa una proposta di matrimonio che non arriva mai.
2) Coppie che stanno insieme da tempo e in cui lui non si decide ad approdare alla convivenza
3) Coppie che si frequentano da tempo, ma in cui il lui di turno non si decide a “ufficializzare”

In genere, le donne iniziano a covare sospetti e dubbi circa l’interesse del proprio partner. Sentono mancare la progettualità e la crescita di una sicurezza affettiva, come certezza per la donna che sta investendo nella persona giusta, così scattano i rancori, la rabbia covata, le accuse, e il clima si fa peso e oppressivo: al punto che il maschio già tendente all’effetto “fantasma” ( appaio-scompaio)  sarà ancora più tentato a fuggire a gambe levate.

Come insegna lo psicosessuologo John Gray, donne e uomini sono profondamente diversi e il comprendere questa verità eviterebbe molte inutili rotture relazionali.

Se interrogati sui sentimenti verso la compagna, questi uomini non negano un reale interesse, infatti il problema non sembra essere la mancanza di sentimento, come invece accusano le donne: il problema risiede altrove. In effetti, molti maschi fuggono alla vista delle fedi nuziali come capitano uncino di fronte al coccodrillo, ma c’è poco da ridere quando hai superato i trenta anni, stai con lui da quando aveva i brufoli e lui ti dice ancora che non è pronto per impegnarsi seriamente!

Perfino Peter Pan sarebbe pronto ma lui no! 

E dopo aver terminato tutti gli alibi possibili e immaginabili per prendere tempo, non ha più colpi in canna. Sono quei tipici rapporti che ti fanno toccare il cielo un attimo prima e il fondo l’attimo dopo, si alternano a momento di grande complicità momenti di fuga e freddezza, che in genere corrispondono ai momenti in cui si sentono legare il cappio al collo. E' evidente che l'idea di ritrovarsi legati ufficialmente ad una donna li terrorizza, così come li terrorizza il complicato intreccio di responsabilità, impegni, sacrifici o rinunce che, di solito una storia ufficiale o una fede al dito comportano, soprattutto se prevede l'arrivo di un figlio. L'uomo tende così a prendere tempo, a tergiversare, a rimandare più o meno all'infinito.

Alla base c’è più che altro una questione di paure e di equilibri personali che verrebbero meno. L'avversione ad una relazione stabile, infatti, va ad intaccare quelle sicurezze individuali che, oggi come oggi, ognuno tende a salvaguardare in ogni modo. Fa paura un impegno tanto gravoso perché non si è sicuri di poter reggere il peso dei doveri rispetto ad un'altra persona e, soprattutto, spaventa moltissimo saper che sarà "per tutta la vita".

"Per tutta la vita" è la fatidica frase che per molti evoca il suono metallico di una serratura che si chiude: quella della cella!; oltre al dover dire addio all’idea di flirtare, che magari nelle loro intenzioni non vorrebbe neanche concretizzarsi in un tradimento, ma come spiega John Gray, all’uomo piace sentirsi piacente, anche se poi non tradisce, ma avere gli apprezzamenti di altre donne gonfia il loro ego come un musicista gonfia la sua zampogna.
Quante volte vi siete chieste perché questo avviene? Rispondere con la tipica frase “perché gli uomini sono dei poco di buono” è un’affermazione priva di senso e non aiuta a comprendere le ragioni reali che stanno dietro a queste reticenze. 
Innanzitutto, dobbiamo tenere presenti le differenze costituzionali tra uomo e donna: in primis che la donna tende evolutivamente al legame stretto e unico in quanto allevatrice di prole che necessita per questo un costante sostegno da parte di un partner fisso.

L’uomo invece è l’eterno nomade col gusto per la conquista. Queste sono le differenze importanti che portano poi alle differenze nello stile di comunicazione, nel modo di intendere le cose che si dicono, nel modo di vedere la relazione. È bene qui comprendere che ci sono degli individui che, già di base uomini e quindi con le loro tendenze alla “fuga relazionale” hanno anche l’aggravante di avere dei copioni di personalità e delle ferite personali infantili che li rendono oltremodo evitanti o diffidenti rispetto alle relazioni.
Ritrovarsi a 40 anni o peggio a 50 senza aver costruito nulla di concreto a livello affettivo è uno dei rischi più grandi, ancor peggio dopo aver perduto anche quelle relazioni che avrebbero potuto davvero dare qualcosa di buono.

La maggior parte delle volte questi peter pan innalzano il loro “primo vero amore” a pietra di paragone con tutti gli altri: probabilmente il classico innamoramento di quando si è poco più che ventenni, quello per cui “avrei lasciato tutto e tutto, avrei fatto pazzie” senza considerare che quello non è un amore, è un innamoramento, ovvero una cosa ben diversa.
Confrontare costantemente quel che si prova per l’attuale fidanzata con l’amore del passato, spinge l’uomo nella convinzione di non amarla, senza invece considerare che non si può credere di vivere passioni travolgenti come quando si era più giovani, il sapore di un amore maturo non ha nulla a che vedere con gli impeti degli anni precedenti: è inevitabile che il sapore di una relazione adulta è diverso e bisogna capirlo onde non incorrere in equivoci.


domenica 13 aprile 2014
Amore non corrisposto: come affrontarlo.

Amore non corrisposto: come affrontarlo.





"L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, 
inseguendo chi lo fugge, 
fuggendo chi l'insegue”

Shakespeare


Oggi parleremo di un labirinto infinito dal quale è molto difficile uscire, il labirinto dell’amore. Sentimento tanto stimolante quanto complesso. 

Quando ci innamoriamo, tendiamo a pensare che l’amore sia solo una fonte di gaiezza e ilarità, ma molto spesso la realtà si rivela ben diversa. Iniziamo a sentirci delusi e vittime di quello stesso sentimento irrazionale, alimentato dalla forza del desiderio anche quando dall'altro non sembra arrivare alcun segnale di incoraggiamento. 

Nel nostro percorso di vita tutti ci siamo ritrovati a lottare contro un amore impossibile, non corrisposto, ci siamo sentiti personaggi di una storia già raccontata in tanti film o libri, ci siamo sentiti personaggi incompresi, impotenti, delusi e arrabbiati allo stesso tempo.  Ci sono tanti tipi di amore non corrisposto, e può essere vissuto in diversi modi, dipende dai protagonisti.  In ogni caso l'amore non è mai sprecato, anche se non è corrisposto porta sempre qualcosa, ti insegna, in un modo o nell'altro ti fa maturare.

Districarsi da queste catene invisibili è molto difficile, si tende a trascinare il sentimento per anni o a lanciarsi continuamente in situazioni simili, senza capire che questa risulta essere una spia che qualcosa non va a livello più profondo.

Uscire da un amore a senso unico e riprendere in mano la propria vita non è comunque impossibile: ecco qualche consiglio da parte degli esperti.

Dinanzi a un sentimento chiaramente a senso unico il consiglio migliore è di riuscire ad "accettare il no", prendendo atto che magari l'altro non è la persona giusta per noi. Non dobbiamo ostinarci a pensare che tutto dipenda da noi, che basti cambiare il nostro look, le nostre abitudini, insomma, cambiare la nostra persona in base alle esigenze dell’altro/a, per poterlo conquistare. Se l'altro non contraccambia i nostri sentimenti, evitiamo di pensare che non siamo abbastanza attraenti o affascinanti. In questi casi non dovete obliare mai il concetto che in amore non dipende tutto da noi, e che il fatto di non essere corrisposti non ha nulla a che vedere con il nostro valore personale. Miglioriamoci, si, ma per noi stessi!

Così, spesso si è vittime di un errore comune: essere soffocanti verso l’altro/a . Dobbiamo rimembrare che l'amore è un dono spontaneo, invece spesso ci accaniamo in mille tentativi di seduzione che vanno dall'invio di deboli ma costanti segnali di interesse, ad  una corte tanto sottile e serrata quanto sgradita. Presto si trasformerebbe da amore non corrisposto ad amore morboso: pulsioni normale, come il voler sedurre, un pizzico di gelosia, l'attaccamento sproporzionato e l’istinto di protezione spesso eccessivo e inappropriato nei confronti dell’altro vengono portate all'estremo, rendendo la relazione ( di qualunque tipo esso sia) distruttiva e vampirizzante.

Evitiamo di sublimare l’altro, facendo così lo trasformerai nell'oscuro oggetto del desiderio e proiettare su di lui/lei tutti i tuoi desideri. L'altro così viene perso di vista per ciò che veramente è e viene caricato di aspettative e speranze che non gli corrispondono. Stiamo inseguendo un sogno, non un essere umano in carne e ossa! Teniamone conto.

L’amore non ha età e nemmeno l’amarezza  di un rifiuto. Un diniego fa sempre male, mette in crisi il nostro bisogno di conferme e di accettazione. Invece di concentrarti sulle tue presunte mancanze, prendi atto del fatto che tra voi esiste un'incompatibilità che nemmeno tutto l’oro del mondo potrebbe colmare. Non meditare sulla tua manchevolezza,  ma pensa che è anche  l'altro a non essere adatto a te! Se davvero foste fatti l'uno per l'altro, anche lui o lei non potrebbe fare a meno di ricambiarti.

Quante volte ci siamo chiesti: perché sono ammaliato proprio da lui/lei? Perché mi sono accanito così tanto nonostante il rifiuto?  Spesso la conquista diventa una competizione con noi stessi, un modo per arricchire la nostra autostima, ma altrettante volte ci innamoriamo di chi ha le caratteristiche che noi stessi vorremmo avere. Forse ci attrae proprio la negazione e conferma l'immagine poco lusinghiera che abbiamo di noi stessi.

Anche se un amore non è corrisposto, dobbiamo godere delle emozioni che ci elargisce, sganciandole dall'oggetto di passione. Bisogna trasformare il dolore in un'opportunità per volersi bene, considerando quest'esperienza come un nuovo inizio. È molto importante non farsi prendere dall'ossessione, per attirare effetti positivi: sarai di buon umore, più ricettivo e sensibile. In fondo, se quella sofferenza è nostra vuol dire che è assolutamente alla nostra portata e che grazie ad essa diventeremo in grado di creare un sentimento puro e sincero.


di  M.Giusy Margiotta
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