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mercoledì 14 maggio 2014

Lui non vuole una storia seria: ecco perché l'impegno fa scappare.


di M.Giusy Margiotta

A tutte le donne sarà capitato di lamentarsi del loro uomo perché contrario ad un legame serio o perché rimanda costantemente nel tempo la data di una concretizzazione relazionale se non addirittura matrimoniale. Cerchiamo quindi di fare chiarezza sulle dinamiche soggiacenti a questo problema.
Prendiamo in esame alcune note situazioni:
1) Coppie che stanno insieme da anni e in cui lei attende speranzosa una proposta di matrimonio che non arriva mai.
2) Coppie che stanno insieme da tempo e in cui lui non si decide ad approdare alla convivenza
3) Coppie che si frequentano da tempo, ma in cui il lui di turno non si decide a “ufficializzare”

In genere, le donne iniziano a covare sospetti e dubbi circa l’interesse del proprio partner. Sentono mancare la progettualità e la crescita di una sicurezza affettiva, come certezza per la donna che sta investendo nella persona giusta, così scattano i rancori, la rabbia covata, le accuse, e il clima si fa peso e oppressivo: al punto che il maschio già tendente all’effetto “fantasma” ( appaio-scompaio)  sarà ancora più tentato a fuggire a gambe levate.

Come insegna lo psicosessuologo John Gray, donne e uomini sono profondamente diversi e il comprendere questa verità eviterebbe molte inutili rotture relazionali.

Se interrogati sui sentimenti verso la compagna, questi uomini non negano un reale interesse, infatti il problema non sembra essere la mancanza di sentimento, come invece accusano le donne: il problema risiede altrove. In effetti, molti maschi fuggono alla vista delle fedi nuziali come capitano uncino di fronte al coccodrillo, ma c’è poco da ridere quando hai superato i trenta anni, stai con lui da quando aveva i brufoli e lui ti dice ancora che non è pronto per impegnarsi seriamente!

Perfino Peter Pan sarebbe pronto ma lui no! 

E dopo aver terminato tutti gli alibi possibili e immaginabili per prendere tempo, non ha più colpi in canna. Sono quei tipici rapporti che ti fanno toccare il cielo un attimo prima e il fondo l’attimo dopo, si alternano a momento di grande complicità momenti di fuga e freddezza, che in genere corrispondono ai momenti in cui si sentono legare il cappio al collo. E' evidente che l'idea di ritrovarsi legati ufficialmente ad una donna li terrorizza, così come li terrorizza il complicato intreccio di responsabilità, impegni, sacrifici o rinunce che, di solito una storia ufficiale o una fede al dito comportano, soprattutto se prevede l'arrivo di un figlio. L'uomo tende così a prendere tempo, a tergiversare, a rimandare più o meno all'infinito.

Alla base c’è più che altro una questione di paure e di equilibri personali che verrebbero meno. L'avversione ad una relazione stabile, infatti, va ad intaccare quelle sicurezze individuali che, oggi come oggi, ognuno tende a salvaguardare in ogni modo. Fa paura un impegno tanto gravoso perché non si è sicuri di poter reggere il peso dei doveri rispetto ad un'altra persona e, soprattutto, spaventa moltissimo saper che sarà "per tutta la vita".

"Per tutta la vita" è la fatidica frase che per molti evoca il suono metallico di una serratura che si chiude: quella della cella!; oltre al dover dire addio all’idea di flirtare, che magari nelle loro intenzioni non vorrebbe neanche concretizzarsi in un tradimento, ma come spiega John Gray, all’uomo piace sentirsi piacente, anche se poi non tradisce, ma avere gli apprezzamenti di altre donne gonfia il loro ego come un musicista gonfia la sua zampogna.
Quante volte vi siete chieste perché questo avviene? Rispondere con la tipica frase “perché gli uomini sono dei poco di buono” è un’affermazione priva di senso e non aiuta a comprendere le ragioni reali che stanno dietro a queste reticenze. 
Innanzitutto, dobbiamo tenere presenti le differenze costituzionali tra uomo e donna: in primis che la donna tende evolutivamente al legame stretto e unico in quanto allevatrice di prole che necessita per questo un costante sostegno da parte di un partner fisso.

L’uomo invece è l’eterno nomade col gusto per la conquista. Queste sono le differenze importanti che portano poi alle differenze nello stile di comunicazione, nel modo di intendere le cose che si dicono, nel modo di vedere la relazione. È bene qui comprendere che ci sono degli individui che, già di base uomini e quindi con le loro tendenze alla “fuga relazionale” hanno anche l’aggravante di avere dei copioni di personalità e delle ferite personali infantili che li rendono oltremodo evitanti o diffidenti rispetto alle relazioni.
Ritrovarsi a 40 anni o peggio a 50 senza aver costruito nulla di concreto a livello affettivo è uno dei rischi più grandi, ancor peggio dopo aver perduto anche quelle relazioni che avrebbero potuto davvero dare qualcosa di buono.

La maggior parte delle volte questi peter pan innalzano il loro “primo vero amore” a pietra di paragone con tutti gli altri: probabilmente il classico innamoramento di quando si è poco più che ventenni, quello per cui “avrei lasciato tutto e tutto, avrei fatto pazzie” senza considerare che quello non è un amore, è un innamoramento, ovvero una cosa ben diversa.
Confrontare costantemente quel che si prova per l’attuale fidanzata con l’amore del passato, spinge l’uomo nella convinzione di non amarla, senza invece considerare che non si può credere di vivere passioni travolgenti come quando si era più giovani, il sapore di un amore maturo non ha nulla a che vedere con gli impeti degli anni precedenti: è inevitabile che il sapore di una relazione adulta è diverso e bisogna capirlo onde non incorrere in equivoci.


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